Patty d’acciao

Persino oggi che compie 70 anni è molto difficile raccontare che cosa sia stata Patty Pravo per la storia della musica e, nel nostro piccolo, per un’intera generazione. È stata “fulmine, torpedine, miccia, scintillante bellezza, fosforo e fantasia” direbbe il poeta Francesco De Gregori suo grandissimo amico. Certamente è stata trasgressione, sensualità, irregolarità, capacità di stupire. Passione e freddezza. Coinvolgimento e distacco. Femminilità allo stato puro e affascinante androginia. Ma è stata anche tanto talento, gestito con quasi aristocratica nonchalance.
Si è fatta amare e, più di una volta non ha fatto nulla perché la si amasse. Di certo è stata ed è un esemplare unico. Molto probabilmente irripetibile. Figlia dei tempi ma anche di un DNA che ha fatto della libertà (a volte portata a livelli estremi) una sfacciata e seducente bandiera.
È stata tenuta per mano da piccola da un Papa che poi sarebbe diventato santo; è stata sorpresa mentre fumava uno spinello dentro una 500 con Jimi Hendrix; ha conosciuto il carcere per una storia di hashish e ne è uscita mentre le sue compagne di cella le cantavano commosse “Ragazzo triste”; ha adorato nonna Maria che le ha insegnato l’allegria e la spregiudicatezza; ha mostrato il suo corpo senza alcun pudore e allo stesso tempo ha rifiutato di recitare in un film di De Sica che avrebbe vinto l’Oscar; ha venduto decine di milioni di dischi; ha sposato cinque uomini dimenticando di sposare “seriamente” quello che ha amato di più. Ha vissuto! Non ponendosi mai il problema di toccare il pedale del freno
“La cambio io la vita che non ce la fa a cambiare me”. Impegno mantenuto. Buon compleanno Nicoletta

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